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Cinque Giornate di Milano.

Insurrezione popolare dei Milanesi contro gli Austriaci, iniziata il 18 marzo 1848 e conclusasi il 22 marzo, con la vittoria degli insorti. Partito improvvisamente il vicerè, a Milano, dove erano rimasti il governatore O' Donnel e il generale Radetzky, si diffusero le notizie della sollevazione di Vienna. I liberali allora, la mattina del 18, organizzarono una manifestazione nella capitale lombarda, avanzando richieste, tra cui quella dell'istituzione della Guardia Civica, che vennero accordate. Mentre la folla, soddisfatta, lasciava la piazza, un imprevedibile scontro tra soldati croati e milanesi causò una rivolta popolare ben più estesa e decisa della prima insurrezione. La mattina del 20 si costituì un consiglio di guerra, composto da C. Cattaneo, F. Cernuschi, G. Clerici, G. Terzaghi, che si assunse il compito di guidare l'insurrezione. La rivolta del popolo milanese culminò, il giorno 22, nel vittorioso assalto a Porta Tosa (l'odierna Porta Vittoria), che pose fine all'accerchiamento della città attorno alle mura dei bastioni messo in atto dal generale Radetzky. Gli austriaci furono così costretti ad abbandonare Milano e, temendo un imminente intervento piemontese, a ritirarsi da molte altre città lombarde, dalle valli dell'Adda e dell'Oglio.